MONETA DIGITALE... Miraggio o Realtà


La moneta digitale è ormai una realtà che fa parte della nostra vita. A dire il vero di Bit Coin se ne parla da tempo ma oggi parole come Criptovalute, Metaverso, Hyperverso e Stablecoin sono entrate nel nostro lessico comune.

Nelle città più grandi è già possibile, in qualche attività commerciale, poter pagare con la moneta digitale tramite l’utilizzo di particolari POS.

La digitalizzazione del denaro era inevitabile ed è la naturale conseguenza della “smaterializzazione” della moneta iniziata con la scelta dei Governi Mondiali di non avere più un corrispettivo fisico in oro per la moneta circolante.

Se tutti noi dovessimo ritirare i nostri soldi dai conti bancari e dagli investimenti non ci sarebbe il denaro sufficiente per la copertura di questa operazione. Abbandonare il Sistema Economico che prevedeva una corrispondenza fisica alla moneta circolante è stato quindi una necessità, se non altro per il fatto che il denaro, conservato dalle Banche, produce un interesse che non avrebbe potuto avere un corrispettivo in quanto assegnato arbitrariamente dalla Banca stessa come surplus.

Tutto questo ha prodotto dei cambiamenti sostanziali nella nostra percezione del denaro che da tempo circola prevalentemente in maniera digitale.

Per chi ha i capelli bianchi, come me, è facile fare un analogia con quello che succedeva negli anni ‘80 nei villaggi vacanze dove la “smaterializzazione” del denaro avveniva attraverso l’introduzione di una moneta alternativa: le collare di palline, che di fatto, per tutta la durata della vacanza, sostituivano il denaro circolante, una sorta di Stablecoin ante litteram.

Nella nostra percezione del denaro si è verificato un scollamento con la realtà materiale della moneta. Psicologicamente il denaro ormai non viene più percepito come fonte di risparmio  ma come mezzo di scambio e quindi non è necessario accumularlo fisicamente.

Materialmente non avendo più, o quasi, il possesso fisico della moneta il nostro cervello ha perso la sensazione di possesso che ci obbligava ad un istinto di conservazione.

Anche il concetto del prezzo è, di fatto, divenuto relativo come relativo è il concetto di moneta. La valuta digitale inoltre ha in se un altra caratteristica che ne aumenta la volatilità, come nelle azioni, è soggetta alle oscillazioni di mercato.

Se oggi avere 10 Bit Coin significa avere € 430 mila euro domani, lo stesso quantitativo, potrebbe avere valore diverso in base al mercato.

Il nostro cervello si sta abituando a percepire questa possibile o probabile oscillazione come fatto naturale intrinseco della moneta stessa.

In questa deriva percettiva del denaro, chi detiene il potere economico, ha ben pensato di creare le Stablecoin che altro non sono che criptovalute “stabili”  perché vincolate ad un mezzo di scambio tradizionale come potrebbe essere ad esempio l’Euro. Ma la Stablecoin è solo figurativamente una moneta in quanto non ha mercato nel mondo economico fisico e/o virtuale, in quanto non si scambia e non si commercia se non all’interno della stessa comunità che l’ha creata… come le collane di palline degli anni ‘80.

E’ vero che la Stablecoin non subisce nessuna oscillazione valutaria ma è anche vero che praticamente non ha un valore di mercato.

Se ad esempio, oggi “decido arbitrariamente” di creare una Stablecoin e chiamarla SORRISOCOIN (lo posso tranquillamente fare) e attribuirle un corrispettivo 1:1 (quindi 10 SORRISOCOIN valgono 10 euro) domani varranno sempre lo stesso importo ma non potranno essere utilizzati se non all’interno del circuito stesso che l’ha generata. Praticamente non hanno valore se non quello percepito.

Il cortocircuito che avviene nella nostra mente riguarda quindi la percezione di queste monete che nello specifico, seppur virtuali, hanno un corrispettivo in una moneta fisica.

In un panorama economico che cambia repentinamente noi siamo come una barca a vela in mezzo alle onde del mare. Cerchiamo una stabilità che non esiste più rifugiandoci in investimenti in beni materiali (case, oggetti etc) che fanno percepire “una materialità” al nostro cervello anche se non è più possibile.

Il nostro modo di intendere il denaro, con l’avvento cibernetico, è cambiato e con lui la nostra capacità di dare un valore tangibile alla ricchezza.

 

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